2 years agoPARTE 1
Mi ci è voluto un po' per esternare questo pensiero, principalmente perché non ero sicuro di come mettere tante emozioni diverse in una frase, o più esattamente come trovare le parole adatte per dire addio al calcio.
La passione, la dedizione, l'adrenalina, il lavoro di squadra e il divertimento di questo sport sono state la mia motivazione fin da bambino. L'obiettivo era di giocare finché la scintilla, che si era accesa quando ho toccato una palla per la prima volta, fosse stata accesa.
Ho vissuto il viaggio più bello, imprevedibile, umiliante e stimolante. Una “montagna russa” di eventi, fatto di tante vittorie ma altrettante cadute.
Dopo 3 operazioni al ginocchio destro e quest'ultimo problema al sinistro non mi è possibile giocare come vorrei. Ho lavorato duramente nel corso degli anni e ho dato molto più di quanto una partita di 90 minuti potesse mai mostrare. Sfortunatamente ora, quel lavoro non è più sufficiente a causa della mia condizione fisica.
Non so nemmeno da dove cominciare a comunicare la mia gratitudine e il mio ringraziamento che va a tutte le persone che hanno fatto parte della mia carriera, presidenti, allenatori senza dimenticare tutte le persone che lavorano "dietro le quinte" come i medici , fisioterapisti, magazzinieri ecc., tutti ugualmente cruciali per rendere il calcio lo sport e la comunità straordinaria che sono. Nei giocatori con cui ho avuto l’onore di lavorare, sia come compagni di squadra sia come avversari, ho trovato amici autentici, alcuni li considero fratelli sicuramente ognuno mi ha insegnato qualcosa e ciascuno è stato per me motivo di crescita.
Alle squadre di cui ho fatto parte: Inter, Cesena, Newcastle e Roma, grazie per avermi ospitato, migliorato e creduto in me. Ogni posto ha una parte speciale nel mio cuore, in cui posso rivivere ricordi incredibili quando lo visito…